Reeds è seduto sul bordo della vasca da bagno, chiuso nel cesso dello spoglio ed anonimo alloggio che ha ottenuto una volta essere diventato ufficialmente un dipendente dello Skyplex. Ha in mano una bottiglia di Vodka mezza vuota e l'acqua bollente scorre dal rubinetto riempiendo lo spazio concavo alle sue spalle.
Fatiha si è addormentata quasi due ore dopo dal momento in cui ha fatto finta di crollare sul letto intontito dall'alcol. Quando è stato certo che stesse effettivamente dormendo, è scivolato via dal materasso come un verme e, inciampando nelle loro cose sparse al suolo, si è trascinato fino al punto in cui si trova in quel momento. La luce dei neon lo rende cianotico e mette in risalto due profonde borse bluastre appese sotto gli occhi liquidi che non si incrociano mai con quelli riflessi nello specchio che ha di fronte. Tremante, intontito, appoggia la bottiglia a terra e sfila in piedi per scivolare all'interno della vasca, completamente vestito.
L'acqua bollente gli cava via i brividi di dosso e lo fa soffiare come un gatto tramortito dallo stupore. Affonda all'indietro e con lui il cortex-pad che non si è tolto dal polso. Dopo un paio di scatti da sopravvissuti dello schermo, l'aggeggio si affoga e spegne. Reeds mette ad off le cervella rovinate dai pensieri e sciaguatta nell'acqua, immergendosi lentamente fino a quando l'unica parte di se che non si è degnato di annegare, è il volto.
Cerca di stare giù e il combattimento di pressione gli spinge sul petto, gravandogli addosso come se si fosse sdraiato sotto un macigno: però ha le orecchie immerse e il silenzio, liquido e rassicurante, gli è scivolato leziosamente dentro, isolandolo dal caos che ha in testa. Il suono metallico delle tubature dello skyplex lo raggiunge quasi più lampante del battito del cuore che gli si dimena tra le costole, impazzito, come se una parte di lui fosse coscientemente terrorizzata dall'ipotesi di poter morire sommerso da 20 cm di acqua in una vasca da bagno di merda: sospesa nelle stelle, nello spazio, nel giorno a ritmo ambiguo che sulla Lattina non arriva mai.
Prima che possa rendersene conto, prima che le braccia si stanchino di tenerlo aggrappato ai bordi scivolosi, si è probabilmente svegliato ed addormentato otto o nove volte e tutte le volte gli è parso che le gambe gli fossero cresciute fino ad essere troppo lunghe per la taglia della vasca e che il posto che si è scelto sia, ancora una volta, stretto.
“I'll trade for the rest of my life, waiting to trade my own life with something good.”
Si ripete le parole dette a Fatiha sulle labbra come fossero il mantra di qualche cultura dimenticata e finalmente decide di emergere, senza pensare nemmeno per un momento di tuffarsi completamente. Si appoggia al bordo, prende la bottiglia e riprende, divertito e cedevole in ogni emozione, a bere.
Fatiha lo troverà addormentato, al mattino, nella vasca. Bussare non sarà servito a niente per tentare di svegliarlo. Ha inviato una comunicazione dal suo pad, mentre dormiva. In un momento a metà tra l'alzarsi e andare in bagno e l'inciampare e l'immergersi nel silenzio.
To: --
Message: I bet my life that you would like to give me another chance.